giovedì 28 maggio 2020

Una magistrale lezione del "cantare che nell'animo si sente"


Meravigliosa interpretazione, una voce pura, e ricca di espressione. Una magistrale lezione del "cantare che nell'animo si sente".




Ascoltare Teresa Berganza significa immergersi in un canto meraviglioso, contraddistinto da una straordinaria purezza, un canto legato, capace di sfumare magistralmente in sincronia con l'espressività che arriva al cuore. Una voce dalla dizione chiara e nitida, sciolta, dal timbro argentino, "in maschera", libera di giocare con i colori vocali e sul fiato.
Ecco che la sua voce scorre fluida, penetrante, ricca di sfumature, ogni nota è una perla. Ascoltate come sfuma le finali o l'inizio delle frasi mantenendo sempre il suono a fuoco.
Oltre ad essere una meraviglia per l'ascolto, in una realtà vocale odierna contraddistinta da suoni artificialmente ingrossati, è una lezione di canto preziosa, vi consiglio di ascoltarla ad occhi chiusi e poi successivamennte di osservare la magistrale tecnica.
Offro qualche riflessione.

Si presenta sempre con un "dolce sorriso interno", una sorta di senso di beatitudine mista a delizia, gioia e dolcezza interiore, attraverso cui si predispone al pubblico e al canto. In questo modo oltre a presentarsi  con un atteggiamento di benessere e "sorridente", interiormente prepara le cavità di risonanza (in particolare la zona sopra al palato, le cavità nasali e rinofaringee), ampliandole dolcemente; così il suono trova uno spazio dolcemente dilatato in cui risuonare e "girare". L'idea potrebbe essere quella di sorridere "con gli zigomi, aprendoli e pensando di dilatare il rinofaringe, proprio come avviene in un dolce sorriso interno". Mentalmente prima di iniziare a cantare si predispone al canto, assumendo un atteggiamento psicologico interiore di beanza. Questa apertura delle cavità deve essere sempre mantenuta cantando.
Osservate nelle immagini sotto il suo volto predisposto a questo senso di delizia, allora la voce esce pura ed estatica. Già soltando il vedere un/una cantante presentarsi in scena in tal modo, dal punto di vista psicologico trasmette bellezza, è una lezione di postura ed atteggiamento preziosissima.







Oltre a questo dolce sorriso interno tecnicamente la pronuncia è chiara e latina: I-E-A-O-U vengono pronunciate senza distorsioni, piuttosto con scioltezza e morbidezza della mandibola, concentrandosi molto sulla parola e l'intenzione. La voce entra nei risuonatori superiori e "fa il giro ad arco o parabola" in questa ampiezza interiore girando in avanti ed in alto (la Berganza la denomiacome "cantare come un leone"); le labbra lasciate mordibe e libere di arrotondarsi leggermente sanza mai perdere l'ampiezza orizzontale e la posizione avanti.
Osservate nelle imamgini sotto: oltre ad avere la mandibola sciolta l'atteggiamento è quello che la didattica denomina "avere una patata bollente in bocca", ovvero tanto spazio nei risuonatori sopra al palato (dalla base del naso agli occhi, questa idea sollecita il palato a restare dolcemente sollevato). La voce è sempre "puntata avanti" come tra gli occhi e la radice del naso, dove trova punta e squillo. Questo è un esempio di voce perfettamente a fuoco e "centrata".










 Concludendo e sintetizzando ci sono elementi peculiari nella tecnica della Berganza che meritano attenzione perchè pregevoli:

- creare ampiezza dei risuonatori per prepararsi al canto: potete sperimentare questo inspirando lentamente e dolemente attraverso le narici, dilatandole gradualmente, come se "odoraste una rosa o un profumo a voi gradevole sollevando leggermente gli zigomi". La sensazione è che gli zigomi e il rinofaringe si aprono e si riempio idealmente di aria. Questa apertura va sempre mantenuta cantando;

-pronunciare in modo chiaro e sciolto, articolando molto, mantenendo la mandibola e i muscoli orbicolari (della bocca), morbidi: potete pensare esercitarvi di fronte ad uno specchio lentamente esagerando i movimenti dell'articolazione come se parlaste ad un sordo;

- giro di fiato: fare girare il fiato/suono, pensando ad un'ideale giro a parabola o ad arco, come immagine potete pensare al ruggito di un leone o l'idea di mordere una mela. In questo modo si crea "tanto spazio sopra in cui il suono gira e si arricchisce di risonanza";

- sentire la punta e lo squillo della voce: una sorta di bersaglio, in mezzo alle sopracciglia, dove si trova il ponte degli occhiali;

- sostenete il suono: guidando l'aria sempre con l'addome che gradualmente viene aspirato verso l'interno e l'alto (non pensate ad un movimento duro o ad uno sforzo!), potete pensare ad i muscoli addominali come come morbida spugna che rientra e sono il motore del fiato.
Vi consiglio di ascoltare e vedere tutta l'esibizione, la trovate a questo indirizzo.




Potete osservare qui sotto (tratto da una sua masterclass magistrale) il gesto si sorriso con zigomi alti. la Berganza indica di non perdere il "sorriso" e di non chiudere il suono in avanti, ma al contrario di aprire il suono tenendo gli zigomi alti e puntarloavanti facendolo girare sopra al palato.






Dai video della masterclass ho estrapolato dei momenti peculiari che evidenziano quanto detto sin qua. Commenterò brevemente.

Nelle immagini sottostanti potete osservare la Berganza che sottolinea l'importanza del sorriso, non forzato, ma con gli zigomi alti, per favorire questa consapevolezza pone le dita sotto agli zigomi e li tira indietro ed in alto facendo sperimentare il senso di apertura dei risuonatori.








Nelle immagini sottostanti la Berganza evidenzia l'importanza del sostegno con l'addome che va in dentro e in alto, guidando il flusso vocale, pensato con moto ascendente e a parabola in avanti (giro di fiato).





Nelle due immagini sotto la Berganza evidenzia altri due aspetti importanti:

1. la voce va pensata con un giro di fiato che va a risuonare davanti al volto, nella cosiddetta "maschera" che indica;

2. Posiziona un dito sotto al mento al cantante (che abbassava troppo la mandibola), spiegando che deve restare morbida ma non cedere senza controllo.




Meravigliosa  Maestra!

Spero l'articolo vi sia piaciuto e vi sia utile stimolando qualche riflessione e curiosità.

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