venerdì 30 dicembre 2016

Il suono in maschera e il suono nasale

Con questo post rispondo a Luca, tenore di Pavia, che mi ha scritto chiedendomi un suggerimento: "...non riesco a produrre un suono correttamente immascherato, la mia voce sia parlata che cantata è sempre troppo nasale, Le chiedo se mi può dare un suggerimento, un consiglio, un aiuto o qualche immagine che possa aiutarmi a trovare un bilanciamento vocale togliendo la fastidiosa nasalità eccessiva...".
Accolgo questa richiesta e rispondo pubblicamente proponendo qualche riflessione e come chiesto un suggerimento, nei limiti delle mie competenze,  mi sono state fatte pervenire delle registrazioni vocali.
Rispondo a questa richiesta attraverso le sagge parole di Garcia, tratte dalla Memoria allegata al  ‘Trattato completo dell’arte del canto’:  “ La colonna sonora, per la direzione inclinata impressale dalla laringe, è avviata verso la parte ossea anteriore del palato e la voce, senza andare a colpire le fosse nasali, quasi spinta dal velo palatino, uscirà squillante e pura.”
Se la risonanza è eccessivamente nasale, come sappiamo il cantante non canta in maschera correttamente, ma sbilancia il suono facendo prevalere le cavità nasali, un suono correttamente immascherato coinvolge tutti i risuonatori e non soltanto una parte, è frutto di un delicato bilanciamento tra punta del suono, apertura della gola  e ampiezza dei risuonatori. Non è possibile raggiungere questo scopo tramite un semplice post o una risposta alla mail, è indispensabile essere seguiti dal vivo da un insegnante preparato con cui intraprendere il percorso di educazione vocale. Propongo questo suggerimento venendo incontro alla specifica richiesta di Luca, offrendo uno spunto.
Partiamo da una premessa: generalmente pensiamo al suono prodotto dalla corde vocali che sale,  lasciando il palato piatto e facendo compiere al suono una direzione orizzontale per uscire dalla bocca. A questo movimento si associa la laringe che sale verso l'alto insieme al suono con tutte le conseguenze che conosciamo. Tale atteggiamento non aiuta affatto il cantante.
Riprendendo le parole di Garcia è possibile concepire e allenare correttamente la propria voce pensando a due "gesti" che si attuano contemporaneamente:
  1. il fiato durante l'espirazione e la fonazione  dalle corde vocali risale in alto verticalmente  compiendo un giro ad arco sotto tutto il palato, pensato alto e ampio, come una cupola, il suono ridiscende e si va poi a concentrare nella zona tra incisivi, palato duro anteriore e radice del naso;
  2. contemporaneamente all'inizio del suono la laringe si rilassa e scende leggermente. In sintesi si tratta di fare compiere due gesti opposti: laringe che si rilassa e scende lievemente e suono che sale in alto con un movimento ad arco sotto e lungo tutto il palato.
Questa immagine sintetizza un possibile percorso da seguire per poter allenare la voce senza correre il rischio di eccessiva nasalizzazione, nel caso specifico di Luca risulta infatti importante fare scendere un po' il focus della voce dalla zona nasale alta a quella media del volto.
Ho preparato alcune immagini che spero possano essere di aiuto:

 Nell'immagine sopra la nomenclatura.

Nell'immagine sopra ho  rappresentato un suono che esce dalla bocca con palato piatto, compiendo un gesto orizzontale e con laringe che sale.
 Nell'immagine sopra ho rappresentato un suono che sale in alto e con movimento ad arco girando sotto e lungo tuttoil palato per poi concentrarsi nella zona compresa tra incisivi, palato anteriore  e radice del naso, la alringe contemporamenamente si rilassa e ammorbidisce, non viene tirata su, i muscoli del collo restano rilassati. Consiglio di inziare a vocalizzare pronunciando la consonante M a bocca chiusa e immaginando di fare compiere al suono i percorso descritto, se eseguito nella maniera corretta si percepirà un suono con una risonanza equilibrata, dotata anche di risonanze alte ma non eccessivamente nasali. All' esercizio della M a bocca chiusa si può poi passare alla M a bocca aperta e poi al vocalizzo sulla sillabe MI, ME, MA, curando sempre il gesto. 

Spero questo post possa essere di aiuto! Consiglio ai lettori di apporofndire  la meravigliosa opera di Garcia ‘Trattato completo dell’arte del canto’. Ricordo che il termine maschera o suono immascherato, sono termini utilizzati nella didattica per esprimere delle sensazioni positive che un buon cantante percepisce quando il suono è prodotto con equilibrio, sfruttando tutte le cavità di risonanza, raggiungendo armonia tra punta del suono e profondità.
A presto e buon 2017 a tutti i lettori!


lunedì 19 dicembre 2016

L'importanza della respirazione, del sostegno e dell'appoggio nell'impostazione vocale

Con questo post rispondo a Laura di Vicenza che mi scrive:
 "Maestro spero mi possa aiutare, mi chiamo Laura e sono di Vicenza, studio come soprano llirico ed ho 22 anni. Il punto è questo la mia insegnante dice che bisogna respirare normalmente e senza pensarci e non mi parla di appoggio o sostegno o altro, dice che devo esercitarmi tanto sulla U e sulla EO, facciamo questi vocalizzi, ma faccio tanta fatica a salire in acuto. Mi dice che devo ascoltare i suoni e metterli tutti nella U. Mi può dare qualche consiglio, cosa ne pensa?".

Gentile Laura, se preferisce mi mandi via mail una sua regitrazione in modo che possa dare un parere ascoltando la sua voce. In merito alle perplessità che  comunica, mi permetto di evidenziare alcuni aspetti che ritengo basilari, si tratta di un parere personale basato sulla mia esperienza. Respirazione, sostegno e appoggio vanno spiegati ed esercitati, sono l'ABC per un cantante, un training necessario per poter sviluppare e poi poter usare la propria voce con consapevolezza. Trovo poco proficuo concentrarsi sul suono e sulle sue qualità nell'impostare una voce, bisogna invece curare le basi tecniche che sono respirazione, appoggio e sostegno, se vogliamo ottenere una data qualità vocale, capisce che si tratta di due modalità opposte di insegnamento. Se un cantante agisce direttamente sul suono va a lavorare su un terreno instabile poichè si concentra sul risultato finale, anzichè curare i prerequisiti. Il suono impostato è il risultato di un corretto processo di educazione basata sulla respirazione, il sostegno e l'appoggio, se essi mancano è come costruire una casa senza fondamenta. Le porto un esempio per rendere più concreto quanto detto: se lei impara a cantare tutte le note nella U, ignorando di sostenerle e appoggiarle, finirà per produrre suoni scorretti, magari ingolati, calanti, di gola, ecc. Mi ripeto: respirazione, sostegno e appoggio sono la base, non serve cercare surrogati tecnici per educare una voce.
Ne parli con il suo insegnante, potrebbe essere che Lei attui spontaneamente i prerequisiti e che stiate lavorando sulla U e sulla sillaba EO per cercare una precisa qualità vocale. In caso contrario ho delle perplessità.
Mi faccia sapere come procede Laura, un caro saluto

giovedì 9 giugno 2016

Il suono alto e leggero, come liberare la propria voce



Rispondo con questo post a Mirella da Roma che mi scrive:
“Buongiuorno Prof. Cattaneo, sono Mirella da Roma, scrivo per chiedere se mi può aiutare nel mio caso "disperato", mi può dare qualche suggerimento? Studio da un anno e mezzo come mezzosoprano lirico e ho 24 anni. Il punto è che non riesco a cantare con morbidezza e il suono è sempre pesante, inoltre la mia laringe tende a salire e schiaccio un po i suoni. Le ho mandato un audio alla mail in cui Le faccio sentire, quando riesce può ascoltarlo?
Grazie tantissimo
”.
Mirella ho ascoltato l’audio e Le propongo di provare questo esercizio, utilizzerò termini semplici per farmi capire, il fine è di farLe sperimentare un suono aereo e sciolto, con un’articolazione libera dalla gola e da tensioni. Ricordo sempre che è difficile avere presente la realtà oggettiva se non si ha di fronte la persona direttamente, tuttavia ho ascoltato l'audio che mi ha inoltrato alla mail. 
Iniziamo:
  • pronunci  una M a bocca chiusa e la mantenga per due o tre secondi;
  •  lentamente apra la bocca senza spostare la risonanza, abbandonando la mandibola come se fosse anestetizzata, proprio come accade ad una seduta dal dentista. In questo modo sperimenta una risonanza alta, nella testa, come se il suono nascesse in alto e sotto di esso non esistesse più nulla (in alcune occasioni ho trovato utile l'immagine di suono come nuvola leggera che fluttua alta nella nsotra testa);
  • continui a pronunciare la M a bocca aperta e muova la mandibola a sx e dx o in alto e in basso, come se fosse un burattino: in questo modo non le è possibile usare la gola, il movimento deve essere sciolto come se stesse giocando. Questo esercizio semplice le permette di percepire che il suono non lo deve produrre  e costruire con i muscoli o con la gola ma esso è libero e sganciato dall’articolazione. Infatti Lei percepisce in questo modo sia un suono in alto (da sopra al palato fino all’apice del capo), sia un’articolazione sciolta e indipendente.
  • Le  propongo di provare a cantare su una terza ascendente e poi discendente tutte le vocali I-E-A-O-U muovendo la mandibola a destra e sinistra  o in alto e in basso come un burattino: la sua voce risulterà alta e non costretta, la voce sarà sganciata dal corpo.
  • Successivamente prenda un pezzo che desidera cantare: inizi a cantarlo prima tutto vocalizzandolo con la M a bocca aperta + movimenti mandibola e successivamente con le parole muovendo sempre la mandibola in modo sciolto. Si ricordi di muovere  la mandibola a sx e dx velocemente e con gesto continuo e durante questo movimento inizi a cantare, la sua voce al di là di ciò che fa il suo corpo è libera di espandersi, è in posizione alta e vibrante..
  • Con l’allenamento si abituerà a fare nascere il suono in alto lasciando tutta la parte da sotto al palato in giù completamente sciolta, come se non esistesse. 
  • Memorizzi bene queste sensazioni, il passaggio successivo sarà quello di cantare senza muovere la mandibola a sx e dx o alto/basso come nell'esercitazione propedeutica, ma semplicemente di articolare morbidamente mentre il suo come una nuovoletta resta in alto.
Mi scuso con i lettori se ho utilizzato una comunicazione meno tecnica e più pratica, è stata una scelta didattica funzionale.
A presto 
 Andrea Pietro Cattaneo