lunedì 12 febbraio 2018

Dalla voce nasale e schiacciata ad una voce rotonda e morbida ma in maschera

Ho ricevuto molte domande e richieste di aiuto alla mail, mi scuso se rispondo in ritardo. Cercherò di farlo sperando di poter essere chiaro, considerando il limite del web, come sapete e ripeto ogni cantante è differente e dunque è necessaria una valutazione dal vivo. Molti di voi mi hanno posto il problema di come poter passare da una voce nasale e schiacciata ad una voce rotonda, piena e morbida ma in maschera, sopratutto nel canto lirico. 
Cercherò di dare un suggerimento, ho preparato anche delle immagini che possano aiutare a comprendere i concetti che andrò a esprimere. 
Partiamo dall'inizio dal tragitto delle corde vocali, dove si produce il suono primario, la voce sale  ed esce dalla bocca. Questo è il percorso a cui siamo abituati, nel canto è importante servirsi di immagini mentali e di esercizi per arrivare ad un effetto acustico di suono impostato correttamente: squillante, rotondo, omogeneo, morbido e capace di espandersi nell'ambiente senza uso di microfoni, sfumando dal piano al fortissimo. Qante qualita, eh?! Lo studio del canto lo dico spesso è un percorso impegnativo e richiede passione, studio, costanza.


Nel canto dobbiamo aiutare la nostra voce a non uscire "piatta" dalle corde vocali alla bocca ma ad innalzarsi oltre il cavo orale (la bocca), per arrivare al palato molle (o velo pendulo posto posteriormente), superarlo con un giro a parabola,  ed indirizzarsi negli ampi spazi del retronaso (rinofaringe), dirigendosi poi fuori dal volto (la famosa "maschera vocale"). 
Ciò che mi avete segnalato è che in questo passaggio alcuni di voi schiacciano la voce nel tentativo di mandarla "nel naso", rendendola stretta. Maschera non significa voce nel naso.  
Nel canto, sopratutto lirico, è importante che il palato molle venga mantenuto dolcemente alto, dilatato ed elevato, proprio come avviene in un gesto iniziale dello sbadiglio. Molti insegnanti suggeriscono l'idea dello sbadiglio, la cosa importante però da chiarire è che non si deve pensare ad uno sbadiglio che apra la gola verso il basso e indietro verso il collo o verso il petto,  perchè ciò crea voci artefatte, arretrate e ingolate. Il suggerimento è da intendersi come pensare all'inizio dello sbadiglio, con un senso di ampiezza verso l'alto e fuori, come se aprissimo la parte posteriore del palato per fare salire lo sbadiglio. Prorpio come se lo sbadiglio alzasse il palato molle e lo dilatasse verso l'alto e fuori. Questo è un primo punto che va chiarito, dagli audio che mi avete mandato e che poi avete confermato a voce, l'idea era quella di sbadigliare come per "mangiare la voce, di aprire dietro e in giù verso la gola". alcuni mi hanno riportato il suggerimento ricevuto dal docente di pensare di mangiare una grossa mela e aprire la gola, quasi come per dilatare lo stomaco. Questo a mio avviso comporta grossi rischi, perchè l'oboettivo è creare uno spazio orale e rinofaringeo dolcemente ampio, affinchè il suono prodotto dalle corde vocali possa salire e arricchirsi.
Provo a suggerirvi un semplice esercizio utilizzando le vocali posteriori e scure U e O, ne ho parlato nel mio libro "Semplicemnete cantare".
Prima di tutto localizzate il palato molle doce c'è ugola e il velo del palato, ho trovato questa bella immagine in rete.


Pensate alla posizione dietro al palato molle come se vi fosse una sorta di porta che si apre e permette al suono di salire nei piani superiori.


Vi chiedo di allenare la voce posizionando la gola e la bocca come se diceste U ma cantando una O scura (come nella parola  ora, orco), quella che si forma è una sillaba mista UO. Quali sono i pregi? 
Il cavo orale si verticalizza, il palato molle si alza e si apre la porta per fare salire la voce in alto e avanti, le labbra sporgono in avanti e la mandibola si abbassa. Quindi dalle corde vocali la voce sale dietro al palato, gira sopra ad esso ed in avanti, in questo modo:









Ho trovato utile l'immagine di pensare di avere un tuboflessibile tra corde vocali e palato molle oppure un flauto in cui soffiare la voce. 

Raccomando mantenendo la posizione UO (rilasciate la mandibola e lasciate che le labbra sporgano un po, con l'idea di risucchiare le guance), di fare salire il suono e pensare pensare di riempire con esso gli spazi del retronaso,  mantenendo costante l'idea della voce che va sempre fuori dal volto, circa all'atezza degli occhi o tra le sopracciglia. Mai lasciare il suono indietro o farlo cadere in gola, ma soffiarlo sempre nel "flauto ideale" posto nel faringe, farlo "girare" sopra al palato e in avanti.  Nelle foto sottostanti lascio un esempio visivo per la posizione per UO.




Allenatevi inizialmente vocalizzando in questa forma mista UO, essa favorisce l'apertura della gola, l'innalzamento del palato molle. Mantenendo la verticalità e questa forma "ovoidale", questa sorta di "tubo flessibile" partendo da UO, senza fare modifiche a questa confromazione ma modificando solamente labbra, provare a pronunciare di seguito UO: A (che rosulterà simile ad una AO), E (che risulterà simile ad una EU o una EO), I (che sarà un mosto tra IU). Questo allenamento è preferibile svolgerlo con la guida dell'insegnante. L'antica arte del Belcanto era basata proprio sul impostare la voce in una "forma chiusa", ottenibile ad esempio con la sillaba mista UO.
Esercitatevi su UO con vocalizzi su terze, quinte, quinte e none, arpeggi, ecc, lasciate che la voce salga in alto come per dirigersi verso la parte alta della testa e giri poi in avanti.
Un'immagine utile è più si sale e più di pensa alla vocale O scura ampia, con tanto spazio nei risuonatori anteriori.
Spero di essere stato in qualche modo utile, almeno nella comprensione teorica, ricordo che è fondamentale farsi guidare da un insegnante!
A presto






2 commenti:

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