lunedì 19 dicembre 2016

L'importanza della respirazione, del sostegno e dell'appoggio nell'impostazione vocale

Con questo post rispondo a Laura di Vicenza che mi scrive:
 "Maestro spero mi possa aiutare, mi chiamo Laura e sono di Vicenza, studio come soprano llirico ed ho 22 anni. Il punto è questo la mia insegnante dice che bisogna respirare normalmente e senza pensarci e non mi parla di appoggio o sostegno o altro, dice che devo esercitarmi tanto sulla U e sulla EO, facciamo questi vocalizzi, ma faccio tanta fatica a salire in acuto. Mi dice che devo ascoltare i suoni e metterli tutti nella U. Mi può dare qualche consiglio, cosa ne pensa?".

Gentile Laura, se preferisce mi mandi via mail una sua regitrazione in modo che possa dare un parere ascoltando la sua voce. In merito alle perplessità che  comunica, mi permetto di evidenziare alcuni aspetti che ritengo basilari, si tratta di un parere personale basato sulla mia esperienza. Respirazione, sostegno e appoggio vanno spiegati ed esercitati, sono l'ABC per un cantante, un training necessario per poter sviluppare e poi poter usare la propria voce con consapevolezza. Trovo poco proficuo concentrarsi sul suono e sulle sue qualità nell'impostare una voce, bisogna invece curare le basi tecniche che sono respirazione, appoggio e sostegno, se vogliamo ottenere una data qualità vocale, capisce che si tratta di due modalità opposte di insegnamento. Se un cantante agisce direttamente sul suono va a lavorare su un terreno instabile poichè si concentra sul risultato finale, anzichè curare i prerequisiti. Il suono impostato è il risultato di un corretto processo di educazione basata sulla respirazione, il sostegno e l'appoggio, se essi mancano è come costruire una casa senza fondamenta. Le porto un esempio per rendere più concreto quanto detto: se lei impara a cantare tutte le note nella U, ignorando di sostenerle e appoggiarle, finirà per produrre suoni scorretti, magari ingolati, calanti, di gola, ecc. Mi ripeto: respirazione, sostegno e appoggio sono la base, non serve cercare surrogati tecnici per educare una voce.
Ne parli con il suo insegnante, potrebbe essere che Lei attui spontaneamente i prerequisiti e che stiate lavorando sulla U e sulla sillaba EO per cercare una precisa qualità vocale. In caso contrario ho delle perplessità.
Mi faccia sapere come procede Laura, un caro saluto

3 commenti:

  1. Maestro Cattaneo, grazie per avermi data risposta...le mando nei prossimi giorni un audio via mail con dei vocalizzi e qualche brano. Capisco quello che mi dice, sono d'accordo con Lei, effettivamente mi sembra di non avere il controllo della voce e con la U mi ingolfo, la mia voce non sembra più neanche la mia quando canto...faccio anche fatica a mettere tutti i suoni nella EO arrivata al fa diesis acuto in prossimità del passaggio vado direttamente in testa...non so più cosa fare per cantare...mi è stato detto di pensare alla profondità ed ai suoni che scendono giù verso le gambe mantenendo la posizione della U...grazie mille per il suo parere...
    Laura

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  2. Laura, ho ascoltato gli audio che mi ha inviato, considerando il limite delle registrazioni, le esprimo qualche riflessione qui pubblicamente, in modo tale che possa essere la sua una condivisione di esperienza, La ringrazio per questo.
    In merito alla respirazione, sostegno e appoggio non potendoLa vedere non mi è possibile darLe un punto di vista.
    Dalle registrazioni si sente che Lei cerca i suoni "nello stomaco", che li indirizza tutti in basso facendoli sprofondare, storpiando il suono in modo quasi caricaturale. A Lei può risuonare come una qualità vocale piena, potente e scura, in realtà la voce è molto appesantita. Si percepisce la fatica nel salire, non perchè non abbia acuti, ma perchè come ho appena detto appesantisce l'emissione. Questa potenza che Lei percepisce non Le potrà consentire di fare arrivare un suono in un teatro o ampi spazi, poichè è un suono "dentro" al corpo e non fuori o proiettato, mancano squillo e punta che sono il focus dell'impostazione vocale. Lei non dona il suono lo trattiene in se stessa, ricercando tinte scure e una pronuncia artificiale. A mio avviso avrebbe bisogno di ritrovare un suono più aereo e naturale, più spontaneo, anche nella pronuncia.
    Le chiedo, se le va, di svolgere questo esercizio che spero la aiuti a comprendere nella pratica la sua attuale emissione e una invece più anteriore e meno artificiale. Inizi a cantare su un tono a Lei comodo una U, subito dopo provi a prununciare la sillaba BIU: faccia "schioccare" la Bi di fronte al viso usando la sua voce naturale parlata, faccia attenzione a pronunciare una I chiara e non un surrogato simile alla U, si fermi un momento sulla I e percepirà delle vibrazioni anteriori. Senza lasciare questo focus e questa risonanza pronunci la U nella stessa posizione dove sente la I.Provi nei due modi diverse volte e si acorgerà che la sua U attuale è dentro di lei e simile ad un ululato, quella prununciata in avanti assieme alla sillaba BI invece è una U a fuoco e anteriore.
    La Sillaba BI le può essere di aiuto nell'impostazione, nel suo caso, e diventa preziosa per fare ritrovare un suono naturale.Quando prinuncia BIU simuli di accompagnare il suono fuori dal viso e lontano, puntando il dito sempre più distante dal volto: doni la sua voce e la faccia uscire.
    Mi faccia sapere come procede o se ha dubbi non esiti a contatatrmi, nel limite delle mie possibilità e conoscenze, se potrò essere utile lo farò volentieri.

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  3. Grazie mille sia per i siggerimenti che per avermi dedicato tempo Maestro!! Ho provato gli esercizi che mi ha detto, sono entusiasta, mi sembra di capire ora la differenza chiaramente, cantavo tutto dentro la gola...grazie davvero!! La contatto in privato alla mail, ho visto anche che ha pubblicato un'opera sul canto, sarà il mio prossimo acquisto! Complimenti e colgo l'occasione per fare gli auguri di buon Natale :-)
    Laura

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