martedì 9 aprile 2013

Le tipologie respiratorie



Le tipologie respiratorie

Analizziamo tre tipi di respirazione  più comuni:

  1. respirazione alta o clavicolare: viene denominata così perché il fiato inspirato si localizza nella parte alta del torace, il petto e lo sterno si alzano vistosamente mentre l’addome è fortemente contratto. Ne deriva un senso di rigidità toracica che si ripercuote inevitabilmente anche sulla laringe e sul collo rendendo il canto strozzato, teso, soffocato e difficoltoso. Nella respirazione alta si crea uno sbilanciamento verso l’alto per eccesso di contrazione sia dei muscoli addominali, che vengono ipertesi, sia del torace, che si contrae eccessivamente. E’ la tipica postura “Petto in fuori e pancia in dentro”, l’aspetto è rigido, così come lo è il canto che deriva da questo squilibrio muscolare e respiratorio.
 



















Nella figura la freccia  indica che gli addominali sono fortemente contratti e il torace tenuto rigidamente su, la zona coinvolta nel respiro è quella alta, l’aria si concentra nell’alto torace

  1. respirazione bassa o addominale: consiste nel gonfiare in inspirazione esclusivamente l’addome mentre il torace e le costole rimangono inerti. I muscoli addominali perdono tonicità e si rilasciano totalmente mentre il fiato gonfia la pancia, perdendo la loro funzione di contenimento delle viscere.  Questa rilassatezza eccessiva da alla persona un aspetto fiacco oltre che un addome prominente, tale metodologia respiratoria prevede che si gonfi molto la pancia, come un palloncino, ma gli effetti sul canto sono a dire poco deleteri. 

 










 Nella figura la freccia  indica che i muscoli addominali cedono, la zona coinvolta nel respiro è quella bassa, l’aria si concentra nell’addome e il torace si chiude rattrappendosi in avanti


3.Respirazione costo-diaframmatica (o diaframmatica): consiste nello sfruttare la parte più capiente dei polmoni che è quella bassa, quindi nel riempire bene tutto il torace, ponendo particolare attenzione ad allargare la base del torace cioè le ultime due o tre costole (chiamate fluttuanti), creando una base larga .


 















Nella figura le frecce indicano che la zona coinvolta nella respirazione  è quella medio-bassa del torace



La respirazione costo-diaframmatica (o semplicemente chiamata diaframmatica) è il tipo di respirazione che il cantante deve apprendere se vuole cantare bene, senza sforzo, con il minimo impiego di energia e la massima resa. Da questo tipo di respirazione ne troverà giovamento l’intero corpo, poiché l’ossigenazione sarà favorita così come il ripristino delle funzioni dei muscoli addominali e del torace. Come vedremo in dettaglio più avanti il cantante deve imparare a:

-          realizzare una respirazione basso - toracica che assicuri una corretta quantità di aria richiesta dalla prestazione vocale, curando di aprire bene il torace nella sua parte bassa, evitando respirazione troppo alta e superficiale (che fa partecipe solo il petto e le costole alte) sia una respirazione bassa (che lascia inerte la cassa toracica e il diaframma). E’importante apprendere una respirazione ampia, profonda e larga che coinvolga anche la parte bassa dei polmoni (che è quella più estendibile) e che allarghi le costole fluttuanti.

-          porre attenzione a mantenere l’apertura costale inferiore ottenuta con l’inspirazione evitando che il torace si sgonfi subito, educare quindi il nostro corpo a coordinare l’antagonismo tra muscoli addominali e muscoli del torace.  Dosare il fiato e cantare sul fiato significa questo: essere in grado di gestire l’uscita del fiato “frenando” la chiusura immediata del torace e la risalita del diaframma (senza però trattenere in fiato ma lasciando che esso esca liberamente).
Il cantante arriva alla capacità di gestione del fiato solamente dopo avere esercitato e allenato correttamente le singole fasi della respirazione, più costante sarà l’allenamento prima il corpo automatizzerà e imparerà a coordinare certi movimenti. 


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