Rispondo alle tante persone che mi hanno scritto chiedendomi altre informazioni sulla respirazione costo-diaframmatica in termini molto semplici. La respirazione costo-diaframmatica si chiama in questo modo poichè vede attivi il diaframma e le costole pertanto la respirazione che molti mi riportano in cui si deve gonfiare la pancia come se fossimo una donna in stato di gravidanza non è a parere mio corretta. Ne ho spiegato i motivi nel mio libro di tecnica vocale "Semplicemente cantare" ABEditore, i lettori interessati possono approfondire nel testo. Per rispondere alle richieste sulla respirazione costo-diaframmatica innanzittto osservare la figura sottostante in cui è possibile vedere dove è localizzato corerttamente il diaframma (esso non è nell'addome come molti di voi mi hanno scritto) ma si trova appena sotto la fine dello sterno e gira indietro, come un mantello, fino alle utlime costole. Non soltanto è possibile vedere il diaframma ma anche percepirlo: se si fanno scorrere le dita lungo lo sterno si arriva ad un punto in cui esso finisce (processo xifoideo), qui inizia il diaframma e se si fanno dei colpi di tosse si percepiscono i movimenti che essocompie in fuori e in dentro. Detto in parole semplicissime per realizzare una respirazione costo-diaframamtica: quando inspiriamo, cioè prendiamo aria, dobbiamo espandere l'epigtastrio, la cintura diaframamtica ovvero la zona compresa tra diaframma e ultime costole (chiamato anche plesso solare). Nell'immagine vengono evidenziati il diaframma e le utlime costole, la zona centrale del nostro corpo chiamata anche "core" è quella che deve venire attivata nella respirazione costo-diaframmatica.
Ecco un esercizio base che propongo sempre ai miei allievi: distesi porre una mano appena sotto allo sterno e una sulle ultime costole, inspirando dal naso molto lentamente permettere che il fiato scenda in basso e fuori verso la mano posta sul diaframma e lasciare libera la muscolatura addominale superiore di rilassarsi (la mano sale), lasciare poi che il fiato scenda ancora più in basso allargando ed espandendo le ultime costole e dilatando anche la parte posteriore della schiena. Si realizza in questo modo una respirazione a 360°: davanti, in alto e dietro, suggerisco l'immagine di essere all'interno di un armadio e dovere aprire le ante verso l'esterno e indietro. Lo stesso esercizio va svolto in piedi, ricordo che questa ampiezza a 360° va mantenuta cantanto evitando che il torace si sgonfi subito e che il petto si abbassi (mantenere le costole aperte). Un momento prima di cantare fare rientrare dolcemente e impercettibilmente gli addominali verso l'interno e l'alto per sostenere il diaframma (sostegno) e gestire l'uscita del fiato esclusivamente con gli addominali, facendoli rientrare gradualmente. Ricordo che è importante essere seguiti da un bravo vocal trainer che possa stendere un piano di lavoro personale.
A presto
Andrea
Ho trovato questo blog per caso mentre cercavo qualcosa sulla tecnica del canto ed eccomi qui...sono felice...complimenti perché spieghi benissimo e le figure mi aiutano molto ...posso chiederti se scrivo qualcosa sui passaggi di registro e sulle estensioni delle voci? Mi hanno detto ch ho la voce troppo nasale come posso risolvere questo? Grazie e complimenti, mi chiamo Marcello:-)
RispondiEliminaMaestro sono Alice, Le chiedo se mi può aiutare il mio problema che è questo: l'attacco del suono, faccio fatica a non usare la gola per cui spingo i suoni. Spero mi posa dare qualche suggerimento utile. Grazie.
RispondiEliminaAlice