Ho ricevuto molte e-mail private
in cui mi viene chiesto della respirazione diaframmatica, sono sempre tanti i
dubbi e le difficoltà. In questo post, racchiudendo le differenti richieste, cercherò
di spiegare l’importanza della respirazione diaframmatica, del diaframma, dei
muscoli addominali e molti altri aspetti, traendo spunto da quanto già esposto
nella mia opera “semplicemente cantare”. Procederemo per gradi, userò un
linguaggio semplice e spero a tutti voi lettori chiaro, facciamo insieme questo
viaggio, alla scoperta della respirazione diaframmatica e della sua influenza
sul canto e sulla parola.
Le fasi della respirazione e i principali muscoli coinvolti
Innanzitutto sappiamo che la
respirazione viene svolta in due atti: inspirazione ed espirazione. In queste
due fasi entrano in gioco principalmente due muscoli: il diaframma e il
complesso di muscoli addominali. Il tono addominale e del diaframma sono in
stato di contrattura permanente ma il tono di ciascuno si trasforma
gradualmente secondo che ci si trovi in
inspirazione o espirazione. In
inspirazione prevale il tono del diaframma che scende in basso, mentre nell’espirazione
diminuisce il tono del diaframma ed aumenta quello degli addominali.
Cominciamo con conoscere due elementi basilari nella respirazione
diaframmatica: il diaframma e i muscoli addominali.
Diaframma
E’ un muscolo a forma di cupola, come una specie di cappello posto tra
torace e addome. Se lo osserviamo lateralmente vediamo che dal punto più alto (alla fine dello sterno) scende posteriormente:
dal suo centro chiamato centro frenico
si irradiano fasci di fibre verso la parte inferiore del torace, esse si
inseriscono nelle cartilagini delle ultime costole posteriori (la XI e XII costola) e sul rachide. Il diaframma
ha un’ azione di pompa respingente: il centro frenico che è mobile, automaticamente
e senza che ci pensiamo durante l’inspirazione si abbassa comprimendo il
fegato, la milza e intestino (che in questo modo vengono sollecitati a muoversi
avanti e in basso), inoltre questa compressione facilita la circolazione di sangue, bile, linfa.
Muscoli addominali
La natura ci ha dotati di un
insieme di muscoli collocati nell’addome con funzione di contenimento e
posturale: formano un corsetto intorno a tutta la vita anteriormente,
lateralmente e posteriormente, proprio come una fascia elastica o una pancera.
Essi dovrebbero mantenere fisiologicamente un discreto grado di tonicità (non
di irrigidimento o tensione) tale da sostenere il nostro corpo. Gli addominali hanno funzione basilare durante l’espirazione:
la loro azione guida il fiato verso l’esterno, sostiene il diaframma e lo fa
risalire in alto. Vediamo brevemente come essi favoriscono la stabilità del
corpo ma anche della voce e la risalita del diaframma, ritengo importante visualizzarli
e conoscerli:
- Muscoli addominali retti: si estendono nella parte centrale addominale e hanno movimento dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, avvicinano costole alle anche.
- Muscoli
addominali trasversi: sono fibre orizzontali si dirigono in avanti verso
l’ombelico.
- Piccolo obliquo: fibre con direzione obliqua dal basso verso l’alto e dall’esterno verso l’interno.
- Grande obliquo: fibre con direzione dall’alto verso il basso e dall’esterno all’interno.
Quando si contraggono dunque tutti gli addominali è come se stringessimo attorno alla vita una pancera o una fascia elastica naturale, che va allenata per mantenerla tonica. Suggerisco di pensare la loro azione combinata considerando l’ombelico come il loro centro di risucchio, come se tutti gli addominali si stringessero attorno ad esso:
La respirazione diaframmaticaInspirazioneQuando immettiamo aria, i fasci di fibre del diaframma si contraggono e il centro frenico si abbassa, questo comporta come uno stiramento verticale del torace ovvero un aumento del suo diametro verticale. Come abbiamo detto il diaframma si comporta come un pistone che scivola all’interno di un cilindro, questo abbassamento del centro frenico è però limitato dalla massa dei visceri addominali, per cui ad un certo punto la discesa del centro frenico si arresta. Fermandosi il centro frenico diventa un punto fisso da cui poi le fibre muscolari si irradiano verso il basso con un movimento di ampiezza e profondità elevando le costole inferiori. Sollevandosi le costole inferiori si allargano, questo favorisce un ulteriore ampliamento della respirazione, infatti:· aumentano il diametro trasverso della parte inferiore del torace;· spingono in fuori lo sterno aumentando anche il diametro antero-posteriore.Il diaframma quindi è un muscolo primario perché da solo con la sua discesa automatica può aumentare i tre diametri del volume toracico.Ora dobbiamo fare una considerazione importantissima: il diaframma nella sua azione è legato a muscoli addominali con cui lavora in sinergia.Come detto durante l’inspirazione il diaframma abbassa il centro frenico e aumenta il diametro verticale del torace, come se si stirasse in giù verso il basso, oppure come una fisarmonica o una molla posta in verticale che viene afferrata e stirata in basso verso il ventre. Se gli addominali retti, trasversi e obliqui mantengono la naturale tonicità, subito intervengono in sinergia a questa discesa fungendo da sostegno al diaframma e non lasciando cadere in fuori e in basso l’addome. Se essi invece sono deboli e lasciamo che durante l’inspirazione la pancia si gonfi in maniera esagerata il centro frenico non avrebbe un appoggio solido permettendo al diaframma di sollevare le costole inferiori. In questo modo si verifica una respirazione esclusivamente addominale: è vero che il diaframma si abbassa ma viene a mancare un aspetto basilare di sostegno muscolare che non significa irrigidimento dell’addome ma una elastica tenuta, lasciando che si espandano lievemente senza prolassare completamente, come in figura sottostante.
La ferma contropressione degli addominali mentre inspiriamo e il diaframma discende crea un punto di appoggio solido per il centro frenico e permette alle costole di elevarsi, dunque a tutto il torace di ampliarsi a 360°: anteriormente, lateralmente e posteriormente.
EspirazioneDurante l’espirazione il diaframma non va tenuto abbassato o irrigidito verso il basso come insegnano alcune scuole di canto ma si lascia risalire in alto e lo si guida sostenendolo con un’azione vigorosa di tutti gli addominali che, in questa fase aumentano il proprio tono. La progressiva contrazione addominale:· chiude il torace e diminuiscono i volumi antero-posteriore e trasverso· spinge le viscere in alto facendo risalire il diaframma e il centro frenico· diminuisce anche il volume verticale del torace. guida il fiato e la voce
Ripeto che il tono addominale e del diaframma sono in uno stato di contrattura permanente ma il tono di ciascuno evolve in modo diverso in inspirazione e espirazione.Durante l’espirazione quindi la parola d’ordine è rilassare e lasciare salire diaframma e centro frenico e impiegare in modo deciso e vigoroso il tono addominale per sostenere e guidare la voce, come da figura sottostante. Il movimento degli addominali non è solamente in dentro e blando ma va pensato in dentro e verso l’alto e gradualmente sempre più vigoroso, come se gli addominali scavassero verso l’interno del diaframma portandolo sempre più in alto.
Nell'immagine sopra: l' azione blanda degli addominali
Nelle tre immagini sopra l'azione vigorosa degli addominaliOra cari lettori provate ad esercitarvi:· inspirare lascando che il fiato scenda profondo e in basso verso l’addome ma avendo cura di controllare gli addominali, mantenendo un discreto tono, senza bloccarli rigidamente o all’opposto lasciarli cadere in fuori. Gli addominali seguono morbidamente il flusso dell’aria che dilata torace e addome e si adattano ad esso;· espirare lasciando che il fiato e la voce vengano sostenuti e guidati da un vigoroso tono addominale che cresce progressivamente, mantenete l’idea di un gesto in dentro e su come per far salire il diaframma, scavando sotto ad esso. Se riuscirete ad allenarvi in maniera corretta la vostra voce sarà decisamente più ferma e sonora e proverete un senso di controllo sulla vostra voce!Concludo con alcune riflessioni: proviamo ad esercitare la spinta del diaframma in basso: ciò non significa che volontariamente dobbiamo fare qualcosa magari irrigidirlo in giù o facendo movimenti muscolari, anzi dobbiamo imparare a non fare nulla e lasciarci respirare, lasciamo tutto il corpo morbido come se fossimo anestetizzati. Il diaframma si abbassa grazie all’aria che scende in basso come se volesse andare nella nostra pancia. L’aria scendendo abbassa la cupola del diaframma come se fosse fatta di morbidissima gomma. Il diaframma si abbandona.Ora facciamo alcuni esercizi:1. esercizio propedeutico per imparare ad indirizzare la “spinta diaframmatica” in basso: mettersi supini, porre un libro o un peso sul ventre, braccia lungo il corpo. Inspirando lentamente dal naso lasciamo che l’aria spinga in alto e in fuori il peso, in questo caso l’addome si rilassa completamente e sporge, come in una respirazione puramente addominale. Espiriamo contraendo l’addome gradualmente in modo vogoroso. Attenzione: questo esercizio di inspirazione addominale si trova spesso su riviste o in testi di canto ma a mio avviso è fuorviante: va bene come allenamento propedeutico per chi fa fatica a lasciare svivolare il fiato in basso, per imparare a lasciare andare il diaframma in giù, ma va poi ulteriormente migliorato come nell’esercizio sottostante controllando il tono addominale senza farlo prolasare in fuori e cedere in avanti.2. Ora aggiustiamo il tiro e impariamo a controllare l’addome mentre inspiriamo: sempre supini con braccia lungo i fianchi inspiriamo mandando l’aria in profondità come nell'esercizio precedente pensando di alzare il oibro o il peso, ma stavolta senza abbandonare completamente l’addome cerchiamo di resistere dolcemente opponendo con esso una dolce tensione. In questo modo percepiamo che una volta disceso il diaframma ha un sostegno e può aprire bene le costole inferiori innalzandole e aprire tutto il torace davanti, dietro e lateralmente. Espirare usando gli addominali vigorosamente pensando di far risalire sempre di più il diaframma con solamente il loro movimento in dentro e in su.Questa è la respirazione diaframmatica adatta al cantante come a chi suona strumenti a fiato o in chi utiizza la propria voce per scopi professionali come speackers, insegnanti, attori, doppiatori, ecc. Raccomando dunque di inspirare mandando il fiato in basso in profondità controllando però la parete addominale e di cantare o palrare utilizzando il movimento degli addominali che guidano il fiato, il canto e la parola.Spero vi sia tutto utile, allenate la voce in questo modo e vedrete sicuri risultati!
Wow! Maestro Cattaneo questo post è chiarissimo!!! Personalmente appartenevo alla tipologia di quelli che gonfiavano la pancia senza controllo, anzi...rilassavo tutto coe se fossi una donna al nono mese di gravidanza.
RispondiEliminaQuando ho letto il suo post ho provato e devo dire che è assurdo, ma la voce sembra andare da sola, non sento più peso...spero di eseguire tutto bene, posso sentirLa perfavore? Vorrei chiedere alcune cose...comuqnue complimenti!!
Max
Posso dirle una cosa. Maestro , lei è davvero un grande!È l'unico in rete che in modo chiaro e preciso ha spiegato come cavolo si deve respirare. Sembra che in altri video diano tutto per scontato...del tipo trattieni il respiro, fai la SS ecc... Sì certo trattengo il respiro come però? Se non usi l'addome ti senti tutto in gola ahahah. Grazie
RispondiEliminaGentile lettore/lettrice,
RispondiEliminaricevo con piacere le gradite parole, sono lieto di poter essere di aiuto e maggiormente se i contenuti risultano chiari (non semplice considerando il limite della non interazione diretta).
Comprendo quanto mi riporta sul trattenere il respiro, colgo l'occasione e La ringrazio per dare il mio punto di vista in merito a questo aspetto.
Inspirare in modo adeguato significa giungere fisicamente e psicologicamente alla percezione che l'aria dolcemente riempie il torace, che si apre meravigliosamente e si dilata (non meccanicamente ma abbandonandosi all'aria che entra).E' una sensazione di grande piacevolezza e benessee che gli allievi sperimentano durante le lezioni, non qualcosa di complesso o troppo macchinoso.
Una volta inspirato, per cantare non si deve trattenere il respiro,bisogna coordinare invece il sostegno con appoggio, ovvero il mantenere l'elevatezza dolce e l'apertura del torace sperimentata con l'inspirazione 8appoggio) e il sostegno ovvero il graduale rientro della muscolatura addominale. Essa ha la funzione fisiologica di accompagnare il fiato e la voce, intrisa di emozioni, ovvero il canto, all'esterno; gli addominali regolano l'uscita dell'aria ma non vanno mai bloccati, piuttosto il rientro è graduale.
Se si trattiene il fiato la voce si ingolfa, io parlo piuttosto di imparare a gestire il fiato e l'aria.
Non si confonda quidi l'appoggio (tenere il torace aperto e il senso interiore di espansione, anche psicologica) con il trattenere il fiato!
Sono contento se i concetti risultano nel blog chiari, ripeto sempre che comunque l'esperienza diretta consente di sperimentare direttamente su di sè, giungendo alla consapevolezza che non si perderà poi mai più. Qualora avesse dei dubbi mi contatti, Le risponderò volentieri.
La saluto cordialmente, sperando di essere stato come sempre chiaro.