Mi scrive Alice da Bari chiedendo
se posso spiegare la differenza tra canto pop e lirico e chiarire
ulteriormente, magari con qualche immagine, il suono definito impostato e
avanti con il famoso “giro di fiato”.
La differenza tra suono impostato
per il pop e un suono più classico o lirico richiede un’analisi molto
articolata e approfondita, risponderò in modo conciso e soprattutto pratico, cercando di sciogliere
il dubbio di Alice. Come sempre la scelta di una terminologia semplice è stata
fatta consapevolmente per fini didattici.
La differenza nell’impostazione
di una voce pop oppure lirica risiede nel modellamento del vocal tract, ovvero
si allena il cantante a modificare l’apparato vocale in maniera differente: in particolare la laringe e il palato molle (quello posteriore chiamato anche velo palatino), il palato
duro (centrale che forma la cupola) e quello più anteriore (verso gli incisivi
superiori ).
Nota: il vocal tract è un
insieme di strutture anatomiche: cavità
laringea, cavità faringea, rinofaringe e seni paranasali, lingua, palato molle
e duro, labbra, guance.
Consiglio questo semplice esercizio: con la punta della lingua
scorrere tutta la parete del palato dalla parte posteriore a quella anteriore,
è così possibile avere un’idea pratica e concreta di quanto stiamo trattando,
inoltre ciò serve a creare consapevolezza delle proprie forme interne. Il suono
fa esattamente il giro che compie la lingua mentre sfioriamo le pareti e
giriamo sotto al palato e in avanti, quando cantiamo è utile pensare a questo
movimento del suono.
Nel canto pop la laringe resta
rilassata e non discende molto, essendo basato sulla pronuncia non serve che il
palato assuma una forma arcuata molto ampia, la bocca tendenzialmente si dispone ad un sorriso
accennato con zigomi lievemente alzati e la mandibola resta morbida e
flessibile, il suono si dirige anteriormente tra incisivi e radice del naso.
Nel canto lirico o classico la
laringe discende maggiormente, il fiato/ suono deve compiere il giro di fiato
che si attua modellando il palato stirandolo dolcemente verso l’alto e dando
una forma arcuata, per poi fare
convogliare il suono in avanti tra incisivi e radice del naso. La bocca in
conseguenza dell’inarcamento del palato si verticalizza, si veda anche il post
precedente. Le voce in questo modo si arrotonda spontaneamente. Semplificando possiamo pensare a due “direzioni”
contemporanee al momento di cantare:
- la laringe e il collo si rilassano e si abbandonano (è utile pensare ad una HOOOO);
-
mentre la laringe si abbandona abbassandosi, il fiato/suono sale verso l’alto seguendo la forma del palato che sincronicamente si modella ad arco, il suono trova un focus nella zona frontale tra incisivi e radice del naso (ricordo che dietro ad essi gli spazi sono ampi e elevati con forma a cupola). E’ utile l’immagine di pensare ad un palato che si eleva molto in alto, a volte simpaticamente suggerisco l’immagine di avere una ventosa sulla testa che aspira in alto il palato e il suono, alla fine del post ho inserito delle immagini che ho preparato per rendere nella pratica i concetti. Un altro suggerimento utile è stato quello di pensare alla diade laringe/palato come ad una molla le cui estremità si allontanano in maniera opposta, dunque attenzione a non fare salire la laringe mentre compiamo il giro di fiato.Posto alcuni consigli pratici come Alice mi ha chiesto scrivendomi alla mail:
- provare ad aspirare aria dalla laringe alla cupola centrale del palato: in questo modo atteggiamo gli organi per produrre la voce più rotonda.
- Esercitarsi su una M, al momento di produrla mentre la laringe si rilassa contemporaneamente pensare al fiato/suono che salendo si modella parallelamente con il palato che prende forma ad arco, suggerisco agli allievi di pensare che fiato e palato sincronicamente vanno a creare il suono. Il palato è come cassa di risonanza molto morbida e flessibile che si alza e si abbassa secondo il bisogno del cantante: più si sale in acuto e più si pensa al suono che gira sotto al palato che parallelamente si modella atteggiandosi a cupola. In conseguenza a ciò la bocca si verticalizza. Il suono va concentrato in avanti tra incisivi anteriori e radice del naso: spesso si sperimenta una vibrazione intensa e piacevole delle labbra, significa che stiamo cantando nella “maschera”.
- Utile è l’immagine del suono come una pallina in equilibrio sul fiato , su questo zampillo di aria che sale e discende ciclicamente donando al suono qualità di plasticità e morbidezza. I lettori possono riferirsi alle immagini che ho più volte utilizzato sia nel mio libro che sul blog come ad esempio l’idea del suono che segue il movimento di una ruota salendo e discendendo.
Questa in poche parole la differenza sostanziale tra le due impostazioni restano inalterate le basi: respirazione, appoggio e sostegno.Allego alcune immagini che spero siano utili a comprendere i concetti.
Nell'immagine soprastante l'idea del palato molto arcuato e pensato alto.A prestoAndrea