Mi avete scritto in molti,
profani, studenti e professionisti facendomi diverse domande, vi ringrazio
tutti, anche per i tanti complimenti. Se questo blog può essere da guida e di
aiuto ne sono felice, ricordate sempre però che è necessaria la guida di un esperto
che verifichi e suggerisca sulla base del singolo. Ogni persona infatti ha una
propria struttura e particolari esigenze, l’insegnamento del canto consiste
proprio nel vestire un capo su misura tenendo sempre presenti i concetti
fisiologici.
Ho preparato questo post che vuole
essere un quadro generale all’interno del quale sono racchiuse le risposte alle
tante domande che mi sono pervenute. Cercherò nel possibile di utilizzare un
linguaggio semplice e chiaro che possa arrivare a tutti, questa scelta dunque è
consapevole, usare un linguaggio troppo tecnico potrebbe creare incomprensioni.
Lo farò in modo sintetico e basilare,
come mi avete chiesto, andando subito “al sodo”, offrendovi uno schema di base Affronterò tre macroargomenti:
- Respirazione
- Sostegno
- Appoggio/emissione vocale
Ricordo che tre sono gli elementi importanti: le costole, i muscoli
addominali e la posizione dei risuonatori.
- Le costole cantando devono mantenersi ampie e aperte a seguito della respirazione costo-diaframmatica, questo permette di creare una cassa di risonanza ampia e di tenere il diaframma ben teso.
- Gli addominali devono essere attivi nell’espirazione, il loro compito è quello di rientrare gradualmente guidando e controllando l’emissione del fiato.
- I risuonatori (bocca, faringe, laringe, etc) sono responsabili della qualità dell’emissione vocale
L’utilizzo di questo materiale è strettamente riservato ad uso
personale con il tassativo divieto di usi e applicazioni professionali,
operative, pubbliche o commerciali. È vietata qualsiasi riproduzione totale o
parziale con qualsiasi mezzo di tali informazioni, inclusa la copia locale su
supporto magnetico od ottico senza l'espressa autorizzazione dell‘Autore.
La
respirazione costo-diaframmatica
Posizione di partenza: appoggiare una mano sulle ultime costole (con le dita che fasciano le
costole anteriormente) e l‘altra mano sulla zona dell’epigastrio (ricordo che
l’epigastrio è la zona addominale superiore addominale).
Inspirare lentamente a bocca chiusa e aprire
lateralmente le ultime costole, lasciando che il fiato poi salga e riempia
anche la zona epigastrica. Ricordo ad esempio l’idea della fisarmonica posta
tra le ultime costole.
Fig. 1: allargare le ultime costole in fuori e in alto Fig.2: immagine della
fisarmonica
Esercizi
di percezione della respirazione
Vi propongo alcuni esercizi per percepire e realizzare la respirazione costo-diaframmatica: ricordo che si chiama così perchè realizzandola in modo corretto vengono utilizzati diaframma e costole, al cona mediana e infeririore del torace, che è la più capiente. Non si respira solo con la pancia, gonfiando l'addome in modo esagerato lasciando inattiva la cassa toracica, questa respirazione ricordo che è dannosa e improduttiva all'emizzione del canto.
- Mettere due mani ai lati della cassa toracica inferiormente (sulle ultime costole), facendo una breve pressione in dentro. Inspirando concentrarsi sull’allargamento delle ultime costole, lasciando che gradualmente il fiato poi vada in alto.
- Mettere una mano sulla zona dell’epigastrio (la zona alta dell’addome) e una sulle ultime costole, inspirando: lasciare scendere l’aria con movimento in basso e in fuori, permettere che la parte compresa tra l’epigastrio e le ultime costole si rilassi e si dilati. Un errore è quello di tenere la zona dell’epigastrio compressa, essa deve rilassarsi abbandonandosi al fiato che entra, allargando contemporaneamente le ultime costole. Quello che conta è non lasciare cedere tutto l’addome soprattutto la parte inferiore, lasciando invece dilatare la parte inferiore e mediana del torace.
- Mettere una mano sulla zona ombelicale e pensarla come centro inspiratorio : il fiato parte dell’ombelico e sale verso l’alto aprendo il torace lateralmente, posteriormente e anteriormente. Ci si può aiutare immaginando il proprio torace come un bicchiere in cui entra del fluido dal basso verso l’alto.
4.
In
silenzio e con calma inspirare a
bocca chiusa, concentrandosi sul percorso
mentale del fiato che entra dalle narici, gira indietro e sotto gli occhi e
poi scende lentamente verso le ultime costole allargandole. Pensare sempre che
il fiato accarezza morbidamente l’interno del corpo e lo dilata, proprio come
aspirassimo da una cannuccia aria
verso la base del torace.
5. Chiudere una narice con un dito e posizionare l’altra mano sulle ultime costole, inspirare e percepire la connessione tra naso e ultime costole che si aprono e chiudono.
5. Chiudere una narice con un dito e posizionare l’altra mano sulle ultime costole, inspirare e percepire la connessione tra naso e ultime costole che si aprono e chiudono.
Il
sostegno
Appena prima di cantare fare rientrare
lievemente l’addome, questo movimento da un sostegno al diaframma e al torace
che rimane alto.
Appoggio
Consiste nel utilizzo sincronico e
armonico di due aspetti:
·
Mantenere
le costole aperte
·
Fare
uscire l’aria utilizzando esclusivamente i muscoli addominali, i quali
diventano il motore della voce.
Muscoli
addominali e ruolo nel canto: il ruolo nella gestione del fiato
Il ruolo degli addominali è basilare nel canto: essi sono il
motore della voce, quando espiriamo pensiamo che il movimento parta dagli
addominali che rientrano. Questo gesto accompagna il fiato fuori e la
compressione più o meno decisa dei muscoli addominali permette di diventare
attori e attivi nel ruolo dell’emissione di fiato. Usando i muscoli addominali in questo modo siamo noi a diventare
padroni del nostro fiato e della gestione dello stesso, cantare diventa semplicemente emissione sul fiato che esce,
cantare sul soffio di fiato che si espira.
Detto in modo
sintetico si inspira allargando la base del torace e aprendo il diaframma e si
espira usando i muscoli addominali, che sono il motore della voce e che
gestiscono in modo attivo la fuoriuscita del fiato.
La zona addominale in
diverse persone è debole e la tendenza è quella di spingere la pancia in fuori:
in questo modo non aiutiamo il diaframma nella risalita. Inoltre i muscoli
addominali con il movimento graduale in dentro e in su hanno la funzione di una
pompa che soffia fuori l’aria inspirata, ritorneremo su questa importante
funzione. Alcune discipline come ad esempio il pilates parlano di “spingere
l’ombelico contro la colonna vertebrale”, oppure di contrarre i muscoli
addominali durante lo sforzo rendendo l’addome a cucchiaio. Questo significa,
soprattutto nei soggetti con debolezza muscolare e tendenza a fare il “pancione
in fuori”, di ristabilire il corretto equilibrio nel distretto addominale,
facendo uso di questi importanti muscoli durante l’espirazione e durante lo
sforzo.
Esercizi consigliati
per prendere consapevolezza e percepire il lavoro addominale
- Inspirare lentamente (secondo le modalità precedentemente esposte) ed espirare velocemente facendo rientrare di colpo tutti gli addominali e chiudendo subito la cassa toracica, percepire il lavoro degli addominali che spingono fuori tutta l’aria velocemente e della cassa toracica che si chiude. E’ importante in questo esercizio svuotarsi subito e in modo vigoroso.
- Inspirare lentamente (secondo le modalità precedentemente esposte) stavolta espirare lentamente facendo rientrare gradualmente gli addominali e mantenendo la gabbia toracica in espansione, percepire il lavoro attivo degli addominali che possono graduare l’uscita dell’aria e controllarne la velocità. Lasciare uscire l’aria piano piano e in modo lento come se soffiassimo silenziosamente senza volerci fare sentire da qualcuno.
Percepire
sia il torace aperto e sostenuto sia il lavoro attivo degli addominali che
regolano il fiato, proprio come una molla
che piano piano si comprime e permette al fiato di uscire. Raccomando che
il fiato deve essere gestito con gli addominali in modo graduale e morbido senza irrigidire “come il marmo” subito i
muscoli dell’addome, dunque l’intensità deve essere graduale.
Esercizio
propedeutico alla dinamica del canto
1-
Inspirare usando la respirazione costo-diaframmatica Eseguire un breve sostegno: fare rientrare leggermente l’addome.
2-
Espirare concentrandosi sugli addominali che, come una pompa automatica danno
il via all’espirazione. Per paradosso non pensare che si deve cantare ma
lasciare uscire semplicemente aria espirata, è su questo flusso naturale e
libero che poi si canta.
3-
Lasciare uscire un po di aria espirando, come se si pronunciasse una hhhh pensando di alitare o di appannare
un vetro ( l’interno della gola e la bocca si rilassano come se fossimo
“ubriachi”).
4-
Lasciata uscire un po di aria cantare una O pensando di alitare o
appannare un vetro, lasciando che
l’aria scorra continua. Il risultato è un suono morbido, rotondo che viene
emesso sul fiato.
Accorgimenti
al canto
La posizione della bocca e il giro di fiato
La posizione della bocca deve assumere una forma ovale e verticale e non orizzontale, mettere le dita lati della bocca e premere ai
lati lasciando che la bocca si arrotondi e ovalizzi morbidamente. Questo movimento non va fatto irrigidimento la
bocca o le guance, piuttosto pensato come se premendo le dita la mandibola
cedesse come morta ( a volte suggerisco di pensare per paradosso di emettere
fiato “come se fossimo afoni”)
Fig. 1: bocca stirata
in orizzontale Fig 2: bocca
con forma verticale
E’ importante curare la
respirazione costo-diaframmatica, sostegno e appoggio, questi tre elementi sono
basilari, sempre. Mi raccomando non si deve agire solo sulla posizione della
bocca e pensare che per magia si canterà bene, il canto è fatto di equilibri
che derivano se si cura la base, ripeto respirazione, sostegno e appoggio.
L’apertura della bocca in orizzontale, “stirando le labbra, come per fare un sorriso forzato” produce l’effetto di mantenere il cavo orofaringeo piuttosto piatto e schiacciato. In tal modo le risonanze nel suono non sono complete ma soltanto orali, inoltre tale configurazione può andare a produrre suoni schiacciati e queruli, sbiancati, voci con timbro infantile o smisuratamente teso e metallico. In altri termini il suono esce con un movimento dritto dalla bocca e non compie un gesto ad arco (giro di fiato), il cavo di risonanza è stretto e il palato abbassato costringendo il suono ad uscire piatto e non ampio.
L’apertura della bocca in orizzontale, “stirando le labbra, come per fare un sorriso forzato” produce l’effetto di mantenere il cavo orofaringeo piuttosto piatto e schiacciato. In tal modo le risonanze nel suono non sono complete ma soltanto orali, inoltre tale configurazione può andare a produrre suoni schiacciati e queruli, sbiancati, voci con timbro infantile o smisuratamente teso e metallico. In altri termini il suono esce con un movimento dritto dalla bocca e non compie un gesto ad arco (giro di fiato), il cavo di risonanza è stretto e il palato abbassato costringendo il suono ad uscire piatto e non ampio.
L’apertura in verticale della bocca, unita
a mandibola rilassata, permette al cavo orofaringeo di assumere una “forma
ad arcata dalla gola al palato”, si pensi ad esempio alla cupola di una chiesa.
Nel fare ciò però non si deve tendere l’interno della bocca e la gola,
piuttosto va pensato come un movimento morbido,proprio come se stessimo
alitando. In questo modo il fiato, intriso di suono , trova una cavità di risonanza che permette di
fare il cosiddetto “giro di fiato”.
Il concetto di giro di fiato in
parole semplici significa pensare che il fiato prima di uscire compia appunto
un giro ampio all’interno del cavo orofaringeo:
sale e gira in alto e avanti, come sotto gli occhi. Il fiato quando
cantiamo deve fare, anche idealmente, questo giro, va pensato ampio, ad arcata.
Ho trovato utile suggerire di pensare al movimento del fiato che segue la forma
del cranio e che sale in alto come sotto agli occhi, per uscire poi dal naso.
Suggerisco spesso di pensare di appannare un vetro o di alitare, producendo
fiato caldo, la voce in tal modo può ammorbidirsi e l’interno di tutto il cavo
orale rilassarsi.
Quando si canta ricordarsi di
mantenere le costole aperte e utilizzare
esclusivamente gli addominali per fare uscire il fiato, questo gesto “in dentro
e in su” degli addominali, lento e graduale, permetterà un grande controllo
della voce, sentiremo che siamo noi a comandare la voce e poterla gestire e
non il contrario. Si canta sul fiato, questo significa che cantare non è altro
che una “semplice espirazione e controllata dagli addominali”,
è su questo soffio che si canta.
Il mento e la mandibola
Mento e mandibola devono essere
mantenuti rilassati e abbassati,
come se avessimo la mandibola anestetizzata durante una seduta dal dentista. Più rilassiamo mandibola e collo e più il
suono risulterà morbido. Più saliamo
ai toni alti e più la mandibola, proprio come un ascensore, scende in basso mentre la bocca si apre sempre di più
ovalizzandosi ( cosi i suoni si arrotondano).
Come esercizio, davanti ad uno
specchio, porre un dito sul mento e lasciare che esso si abbassi morbidamente.
Un altro esercizio è quello di mettere due dita ai lati delle guance e mentre
si schiacciano le dita in dentro si fa aumentare lo spazio tra arcata dentale
superiore e inferiore, raccomando il movimento non deve essere teso ma come se
la mandibola cadesse morta e senza vita.
Oppure per favorire lo sgancio
mandibolare si possono mettere le dita
ai lati delle orecchie dove si articola la mandibola e aprendo la bocca
percepire lo sgancio.
Un altro esercizio
consiste nel mettere le mani sulle guance con le punte delle dita verso le
orecchie e di abbassarle lentamente verso la bocca facendole scivolare.
Abbinare a questo movimento il rilassamento delle guance.
Offro di seguito dei
simpatici esempi visivi che sono stati di aiuto per alcuni allievi nell’idea di
abbassare la mandibola e lasciarla cadere come morta:
Proiettare il suono
Per educare la voce a
cantare bene e in modo sano, il suono va
dolcemente indirizzato in alto e davanti al volto, in termini tecnici si dice
di cantare “in maschera o suono
proiettato”. Il suono non va trattenuto all’interno della bocca o della
gola, ma lasciato uscire libero proprio come se fosse fiato espirato. Un
esercizio utile a percepire “la maschera” è quello di pronunciare la HN: con la H si fa uscire un po di fiato e con la N
si trova il punto in cui indirizzare il suono. Pronunciare una HN decisa senza
esitazioni e lasciare che il fiato scorra sempre fuori per raggiungere un punto
lontano. A volte suggerisco di pensare ad un
raggio laser che esce dal nostro volto e va lontano. Può essere anche utile
l’idea dello starnuto o di soffiare
naso, , espedienti per pensare al fiato/suono che esce con continuità e va
fuori.
Ora nel canto oltre a
pensare mandare il suono in maschera
è importante aggiungere contemporaneamente l’abbassamento
della mandibola. In pratica si abbandona la mandibola che scende e si lascia
che il fiato esca davanti al volto. Suggerisco di pensare a queste immagini
per rendere morbida l’emissione:
- Idea del vomito, di vomitare la voce (si apre la gola)
- Alitare o appannare un vetro (il palato si alza)
- Pensare ad una voce da ubriaco o una voce buffa, quasi sfiatata (se la propria voce ha emossione molto tesa)
Ho riassunto brevemente i concetti principali, se avete dubbi
contattatemi, spero il materiale vi sia utile.
Andrea Cattaneo
Devo ringraziarti per le nozioni che descrivi in modo splendido e soprattutto da professionista del settore.
RispondiEliminaHo trovato questo sito per caso, cercando e cercando tra diversi siti relativi alla tecnica vocale, e mi sono illuminato quando ti ho trovato.
Ho preso per diversi anni lezioni di canto ed ora ho diverse band con cui mi esibisco. Però la passione mi porta sempre ad approfondire la tecnica ed a sperimentare i diversi tipi di insegnamento. Dunque ti ringrazio davvero per gli insegnamenti che esponi, sappi che io sono un tuo accanitissimo follower ;) Buona continuazione,Carlo.
Carlo, ringrazio per la stima, sono contento di poter essere utile, il fine è quello di poter offrire un contributo. Questi brevi post sono il frutto di molti anni di studio, pratica e ricerca continua che cerco di trasmettere nella maniera più chiara possibile.
RispondiEliminaMi auguro che la tua passione per la musica non smetta mai e di avere sempre moltissime emozioni, quanto di trasmetterle.
Per qualsiasi dubbio o domanda scrivimi con tranquillità, se potrò essererti utile ne sarò felice.
Salve Maestro sono capitata qui per caso e l ho ammirata con attenzione sono sempre alla ricerca di un insegnante che mi possa aiutare a capire certe cose anziche mettermi confusione leggendo il suo blog
RispondiEliminaHo potuto constatare che inconsciamente mi avvicino molto alla sua teoria di come respirare e quant'altro
Provo a spiegarle io ho un addome molto globoso molto duro se respiro con questo pancione cosi duro mi faccio quasi male quindi cerco di portare il respiro nella parte alta dell addome epigastrio per poi portarlo al torace senza gonfiarlo esageratamente e stando anche un po' in avanti proprio per alleggerire la tensione dell addome non si gonfia esageratamente ma sento comunque di respirare col diaframma è corretto secondo lei?
Altra perplessita io uso delle brevissime apnee tra cui quella di partenza per iniziare a cantare, un po come concentrarmi quindi breve apnea seguito dall attacco del suono la mia domanda è questa tra una frase e l altra tipo di due secondi o tre,devo stare in apnea per poi respirare di nuovo o devo rilassare e poi respirare ? Diciamo che per me l apnea e'un sistema che mi aiuta a fare entrare il respiro nella dose giusta non so se riesce a capirmi se io rilasso addome e torace dopo avere terminato la frase devo poi ricominciare da capo se invece come faccio io rimango in apnea qualche secondo senza tensione alle spalle e alla gola per poi respirare di nuovo per la seconda frase secondo le è corretto? Negli acuti tipo in Adagio di Lara fabian io non riesco a dire ultima frase che dice (aaaa daaa gioooo)la conosce? Se non esegua l apnea
Posso mandarle qualche brano cantato?per avere un suo giudizio?
Il mio problema piu grande è che poi non riesco a cantarla tutta dal vivo o almeno credo di avere paura quando la registro invece acpezzi con il multitraccia allora riesco anche se devo trovare sempre il modo di come fare uscire bene il suono
Spero tanto inun suo aiuto e se potessi avere qualche lezione a pagamento online con lei sarei in paradiso perché sento che lei è cla persona giusta per farmi capire
La ringrazio tanto pervil suo tempo
Patrizia da Riccione
Gentile Patrizia,
RispondiEliminagrazie per la fiducia, ha fatto bene ad utilizzare il blog per interagire, lo scopo è quello di offrire degli spunti ma anche venire incontro a chi ha delle difficoltà o dei dubbi.
Ho letto con attenzione quanto mi ha riportato. Proverò a risponderLe, consideri tuttavia che per dare dei suggerimenti dovrei avere maggiori informazioni, se desidera maggiori chiarimenti mi scriva alla mail infolezionidicanto@gmail.com, sarà lieto di approfondire.
In merito alle prime osservazioni in cui descrive la respirazione, quella addominale pura va bene per alcune discipline olistiche, per terapie di rilassamento, meditazione e bioenergetica. Tuttavia è insufficiente al canto poiché il diaframma, che si localizza appena sotto allo sterno, ha bisogno sia di abbassarsi che di estendersi, cosa che avviene con una corretta respirazione costo-diaframmatica. La cosa migliore è sicuramente provare con una guida, mi creda non è complicata e spesso si impara in una o due lezioni. La respirazione adatta al canto e che da subito le consente di percepire un netto miglioramento è quella costo-diaframmatica, poiché sfrutta costole e diaframma, strutture deputate fisiologicamente a questo scopo.
In merito all’apnea, la mia valutazione, da come mi descrive, mi porta a pensare che non abbia conoscenza dell’appoggio e soprattutto del sostegno della voce e della risonanza come punto di riferimento per sgravare la gola. Attualmente ha trovato questa modalità delle apnee, ma il canto è un’espressione di liberta, lavorare in modo adeguato sulla respirazione, sostegno, appoggio e risonanza le darebbe questa sensazione e la possibilità di esprimersi attraverso tutte le potenzialità della voce.
Per chiarire i suoi dubbi se Le fa piacere possiamo sentirci telefonicamente, così da poter interagire, nel possibile Le risponderò volentieri.
Mi faccia sapere Patrizia, un saluto
Lei non sa come e quanto sono felice di questa sua tempestiva risposta mi farebbe anche felice e la ringrazio davvero tanto se potessi mandarle qualche canzone dove canto e magari fare una lezione online a pagamento?credo molto che lei sia unico a sapermi spiegare intanto sto guardando un suo video commentato da una brava insegnante credo che sia una sua collaboratrice mi complimento ancora con voi e ho gia condiviso tutte queste cose e il suo blog con un amica 😃grazie mille attendo se è possibile una lezione con lei grazie mille mi faccia sapere e se posso le mando qualcosa per ascoltarmi basta che le condivida su WhatsApp se ha piacere grazie ancora Maestro patrizia
EliminaSalve Patrizia mi fa piacere se posso essere di aiuto.
RispondiEliminaLa voce dei video che sta vedendo e'la mia: se legge nella presentazione sono un mezzosoprano contralto autentico a causa di una incompleta muta vocale. Laringe e corde vocali sono rimaste dindimensione ridotta rispetto ad un adulto, pertanto la voce parlata rispecchia questa situazione.
Al di la di questa precisazione, mi scriva alla mail che le ho indicato, possiamo organizzare se per Lei va bene di confrontarci direttamente tramite skype così può rivolgermi le domande, dubbi e farmi ascoltare la voce, allo stesso tempo potrò offrirLe dei chiarimenti.
Attendo sue notizie e La saluto
La sua voce e' bellissima da un senso di serenita ad ascoltarla e veramente caratteristica e sono le caratteristiche che danno inicita non le pare 😀😀😀😀io l ammiro veramente tanto non ho mai trovato niente del grnere in rete e lei si differenzia anche da questo le ho scritto una email da rosigrace le ho anche mandato dei file per
Eliminafarle sentire la mia voce se la puo' leggere,sono ben felice di condividere la mia voce con lei per avere un suo giudizio al di la di tutto quello che le ho scritto dopo rimango in attesa grazie mille Maestro
Salve Patrizia, La ringrazio, per le.parole che esprime, ho risposto poco fa alla mail che mi ha inviato, giovedì Le ho inviato un sms al numero che mi ha segnalato per rispondere direttamente alle sue domande ma non ho avuto risposta. A risentirci Le porgo i miei saluti.
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