giovedì 6 dicembre 2018

Training per trovare o ritrovare la propria voce naturale e pura


Mi scrive Aleta, dalla Spagna, ragazza di 24 anni con una voce di mezzosoprano dal timbro potenzialmente caldo e ricco di armonici. Mi ha inviato un video in cui canta, chiedendomi un consiglio: sente la voce spesso affaticata e non riesce a sostenere agli acuti. Aleta abbassa molto la mandibola e non sfrutta le risonanze anteriori, la voce è chiusa, cupa, artificiosamente ingrossata e per questo pesante da portare su. Lo scuro e la potenza nella voce non si trovano MAI alterando la propria natura, lasciando che i suoni magari vadano indietro o adirittura pensandoli come “ingoiati,mangiati”. Inoltre, mi segnala che l’insegnante le fa pensare ad uno sbadiglio aprendo e dilatando tanto la gola in basso, “come per arrivare all’ombelico” (parole di Aleta). In sintesi tecnicamente non fa altro che infossare la voce e incupirla, schiacciandola e costringendola in dietro e in basso, certo all’inizio la voce risulta potente e scura ma è caricaturale e snaturata e a lungo andare crea danni alle corde vocali, abbiamo uno squilibrio risonantico con ipersfruttamento delle risonanze inferiori.
Ciò che consiglio sempre all’inizio degli studi o in chi ha difficoltà come Aleta è di fare un training per trovare o ritrovare la naturalezza e la spontaneità nella voce, sperimentando che il canto è un’estensione del parlato, non bisogna mai tradire il proprio timbro e la natura della voce.
Ecco brevemente un protocollo per chi inizia lo studio o per correggere suoni ingrossati, si tratta di una proposta che non va attuata o pensata rigidamente. Mi servirò di alcune immagini sperando sempre possano aiutare a chiarire quanto espongo,
 
1. Mettere una mano sotto alla mandibola: la mano va pensata come un piano d’appoggio stabile che sostiene la mandibola e limita un abbassamento eccessivo. Provare a sbadigliare evitando di lasciare cadere la mandibola in basso in modo esagerato, ed aprendo invece la mascella superiore con movimento in alto e indietro. Questo gesto fa capire cosa s’intende per posizione a sbadiglio nel canto: non è apertura posteriore e in giù nella gola ma il creare un passaggio al suono avanti ed in alto, mantenendo la mandibola inferiore morbida. Provate a percepire la differenza: pronunciate una hhhhhaaaa sbadigliando aprendo dietro e in basso alla gola e lasciando cadere senza controllo la mandibola in giù, pensate di ingoiare verso il basso lo sbadiglio; poi provate a eseguire lo sbadiglio tenendo la mano sotto alla mandibola inferiore ed aprendo come descritto sopra la mascella superiore. Potete notare come cambia la posizione della voce che nell’ultimo caso è avanti ed alta, la gola si apre e la laringe automaticamente discende lievemente.


2. Agli allievi a volte suggerisco di pensare allo spazio orale tra lingua e palato come ad un piano o uno spazio, una sorta di cassa armonica che si apre verso l’alto. Guardate le immagini: potete immaginare la lingua come un piano A e il palato come piano B, mentre il piano A si abbassa e rilassa in modo controllato, maggiormente si alza invece il piano B. E’ questo il movimento su cui esercitarsi agli inizi dello studio del canto. Provate a mettere la mano sotto alla mandibola e a pronunciare le vocali AEIOU modificando l’apertura del piano B, avvero il palato (in altre parole aprendo e alzando la mascella superiore come per portarla verso la parte posteriore della testa), lasciando che la voce si espanda fuori dal volto, come se scoppiasse contro ad un muro immaginario esterno. La vostra voce è tutta in alto e si apre in avanti, proprio come lo spazio tra lingua e palato (pensato come una sorta di megafono flessibile).












3. Ora tenendo stabile questa immagine di apertura e spazio orale con mandibola rilassata e controllata (come nell’esercizio di tenere la mano sotto) e apertura verso l’alto e l’esterno del cavo orale (apertura della mascella superiore in alto e indietro), è possibile fare degli esercizi di impostazione della voce per trovare squillo, punta, naturalezza. Sotto vi porto alcuni esempi che utilizzo.





Esercizio con la M a bocca chiusa: più salite in acuto e più pensate al piano bocca-palato che si apre e amplia, tenete una mano sotto la mandibola inferiormente, lasciate che la voce risuoni uscendo in modo continuo davanti a voi aprendosi. Potete esercitarsi in una zona comoda su terze ascendenti e discendenti, salendo di semitono e poi lo stesso su quinte.
Esercizio sulla PHI: pronunciare questa sillaba pensando allo scoppio della voce in avanti, esercitatevi in una zona comoda su terze ascendenti e discendenti, salendo di semitono e poi lo stesso su quinte.  Stessa cosa usando la sillabata THI, pensando che la voce scoppi avanti e lontana, aprendosi come un ventaglio (aiutatevi con l’idea della mascella superiore che si alza).

 Raccomando ti mantenere una pronuncia chiara e naturale, con le vocali italiane AEIOU, articolando bene e se serve in modo esagerato.
Altri esercizi di pronuncia  e articolazione, articolare le  seguenti coppie di sillabe, notare che sono presenti tutte le vocali italiane pure:
·         Vi ve va vo vu-vi ve va vo vu
·         Pi p epa pop u-ti te ta to tu
·         Vi ve va vo vu-fi fe fa fo fu
·         Mi me ma mo mu-di de da do du
·         Bi be ba bo bu-ri re ra ro ru
·         Bi be ba bob u-li le la lo lu

 

Ricorcatevi dunque all'imamgine di cantare aprendo la bocca come se fosse un piano armonico che si regola in modo flessibile aprendo la mascella e tenendo la mandibola rilassata e controlllata. Fate uscire il suono con continuità , pensando di aprirlo verso l'sterno come se aveste un megafono. Alcuni allievi hanno trovato utile anche l'idea di suono che si apre sulla parte anteriore e altra del viso tra labbra e radice del naso. Tenete la voce naturale, senza artefarla o pensare di fare una voce lirica, "grossa o voluminosa", il suono squilla fuori e lontano, come se volessimo sentirne l'eco in una chiesa (questa idea dell'eco del suono è stata spesso di aiuto agli allievi).
Se volete potete provare a cantare qualche frase di una canzone tenendo una mano sotto la mandibola per controllarla e pensando si aprire il suono proprio aprendo e alzando la mascella., lasciando che la voce si espanda.

Come esposto questo è solamente un training iniziale, successivamnete si potrà lavorare su una maggiore apertura e sgangio mandibolare senza fare cadere il suono e su tutti gli altri accorgimenti che trovate nel blog.

Spero di essere stato  di aiuto, a presto

Andrea







sabato 1 dicembre 2018

Respirazione e risonanza vocale

Rispondo alla mail che mi hanno scritto Luca e Marilena, una coppia di cantanti nella provincia di Bologna, chiedendomi di spiegare in modo semplice respirazione e risonanza, nello specifico la richiesta è quella di avere dei punti di riferimento teorico-pratici.
Premetto sempre che è necessario essere seguiti da un docente, questo post ha solo scopo  didattico e di rispondere a delle difficoltà riscontrate da alcuni cantanti e rispondere alle richieste che mi giungono. Come chiesto cercherò di essere chiaro. Gli elementi tecnici sono tanti e possono essere affrontati in maniera differente. Tuttavia respirazione, sostegno e appoggio e suono correttamente timbrato,  unito al mento e collo rilassati, sono gli aspetti base per svolgere un ottimo lavoro. 

Respirazione: deve essere costo-diaframmatica, ovvero coinvolgere la zona tra la fine dello sterno e le ultime costole. 







Inspirando il diaframma non solo si abbassa ma bisogna ricordarsi anche che si deve fare in modo che si allarghi e si apra lateralmente verso l'esterno. Questo corrisponde al doppio meccanismo di fare scendere l'aria ed allo stesso tempo aprire la gabbia toracica.
Nell'immagine sottostante è possibile visualizzare quanto ho espresso: mettete due dita appena alla fine dello sterno, sotto allo xifoide, ed una mano ponetela lateralmente alle ultime costole. Inspirando pensate alla zona sotto lo xifoide come centro inspiratorio e lasciate che l'aria da qui scenda in basso e in fuori rilassando tutto il corpo. In questo modo si avrà un respiro basso e ampio, il feedback è dato dalle costole che si aprono lateralmente.


 Sostegno: un momento prima di cantare dolcemente fate rientrare un po gli addominali proprio come per voler sostenere il fiato che uscirà, non irrigidite i muscoli addominali, ma pensateli come morbida spugna che dolemente rientra. Si tratta di u piccolo, dolce e impercettibile movimento di sostegno dal basso verso l'alto. 

Risonanza: per trovare la punta del suono e lo squillo, per una risonanza pulita e non artefatta, inizialmente guidare con il pensiero, aiutandosi dall'immagine, il suono/fiato che sale e va a vibrare in mezzo agli occhi, bisogna sentire la vibrazione costante sempre qui
Ricordatevi di mantenere le costole aperte  sempre mentre cantate.
Vi consiglio di mettere un dito alla radice del naso, prorprio dove si colloca l'archetto delgi occhiali. 
Per sentire bene questa risoanza alta e anteriore vocalizzate con una N mantenendo l'immagine sopra descritta, per un attacco dolce, lasciate uscire un po di aria dal naso come per pronunciare HHHNN. Rilassate il mento. Sotto due immagini che spero vi aiutino.

Sintetizzando: respirazione costo diaframmatica+ risonanza tra gli occhi continua, sentite la vibrazione li.
Vi saluto e se avete dubbi contattatemi.

martedì 10 luglio 2018

Cantare senza contrarre il viso e mantenendo il suono proiettato


Con questo post voglio rispondere a Maria Isabel che mi ha contattato dalla meravigliosa Valencia, inviandomi un breve video mentre canta e ponendomi delle domande sulla tecnica, in particolare sulla difficoltà a cantare con il viso disteso e a tenere i suoni proiettati in avanti. Una delle difficoltà in cui possono incorrere alcuni cantanti (ma non solo, anche in chi utilizza la voce a fini professionali o nella gente comune) è quello  di avere la tendenza a stringere o tendere troppo la bocca mentre si parla o si canta, con la conseguenza di tenere tesa la mandibola. La conseguenza è una difficoltà nell’articolazione, nella fluidità, nella chiarezza della parola e tensione vocale.
A questo proposito ricordo un esercizio che mi indicò diversi anni fa una bravissima logopedista con cui feci dei percorsi formativi: mi spiegò di porre una matita in mezzo ai denti per mantenere ampia l'apertura, per "aprire la gola" e per rilassare i muscoli del viso e del collo. Tenere una matita tra i denti (senza stringerla forte) è utile inoltre per rilassare i muscoli della mascella, per rilassare il muscolo “temporalis”, che si estende come una sorta di ventaglio dalle tempie fino ad al retro della testa. Questo esercizio, scoprii successivamente, viene anche consigliato in chi soffre di male di testa e cefalea, nella situazione ad alto stress, ansia, stanchezza si tende infatti in modo involontario a stringere i denti o tenere la mascella indurita. Per ridurre la tensione a carico dei muscoli si usa fare stringere dolcemente una matita tra i denti, questo gesto aiuta a  rilassare i muscoli della bocca e masticatori, riducendo la tensione del muscolo temporalis. È un semplice esercizio utile anche contro tensione muscolare sul collo, fattore determinante nel canto.
Nello specifico con alcuni allievi chiedo di fare in questo modo:


  1. Porre una matita tra i denti e stringerla dolcemente




2. Tenendo la matita tra i denti, vocalizzare sulla vocale I, proiettandola in avanti con l’idea di volerla appoggiare sugli zigomi, come se si volessero “riempire gli zigomi di aria”. Raccomando la vocale I chiara e non un surrogato.

 Ricordarsi di mantenere la voce sempre in avanti con continuità di fiato, su un unico flusso, la voce si localizza in questo modo nella “maschera”, nella parte medio-alta del volto. Consiglio successivamente di esercitarsi a pronunciare la altre vocali, sempre mantenendo viva l’immagine sopra descritta, ovviamente  per alcune vocali sarà più difficile, ma saranno tutte avanti e impostate.


Considerazioni

Questo esercizio serve come feedback sensoriale da mantenere poi anche nel canto l’idea di suono proiettato in avanti "come per riempire la parte alta degli zigomi", evitando di fare cadere troppo la mandibola o di arretrare il suono. L’esercizio consente di pensare alla "linea del suono" a livello della zona alveolare, sopra i denti incisivi superiori, facendo attenzione che il suono non vada indietro verso il palato molle, ma sempre avanti e sui denti. L'’idea deve essere non di vare un vovione ma di una pronuncia piccola e un suono leggero e fluttuante, come se rimanesse appeso alla cupola sopra ai denti superiori. (parte superiore e anteriore del palato) e si appoggiasse alla parte frontale del volto. E' possibile poggiare le dita sulla parte alta degli zigomi e pensare di farli vibrare con il suono, utili sono anche dei massaggi agli zigomi sia con movimenti rotatori che non l'idea di impastarli.

Usando l’esercizio della matita tra i denti, salendo in acuto (e successivamente senza la matita) è necessario dare scarico alla voce, come se esplodesse in fuori. Questo mantenendo l’orizzontalità della linea superiore sopra al labbro superiore, ma non quella inferiore, che resta morbido come la mandibola. L’ampiezza sonora salendo agli acuti  si svolge penando di alzare tutta l’arcata degli zigomi, concentrando la pronuncia ampliando la base superiore della sugli zigomi e idealmente andando ad ampliare anche la zona verso le orecchie (ma attenzione a non arretrare il suono che va proiettato sempre avanti). Non stirare tutta la bocca in orizzontale la tenere l’orizzontalità nella parte superiore della bocca-zigomi e la verticalità nella parte medio-inferiore della bocca. Un magnifico esempio si può trovare qui: 

 

http://www.youtube.com/watch?v=no87sm0rGSQ 

 

 


Teresa Berganza stottolinea alla cantante mentre va in acuto di allargare  e alzare  i muscoli facciali all’altezza degli zigomi, mantenendo e gradualmente aumentando l'ampiezza verticale della bocca, ovvero rilassare mento e mandibola, con l’idea di “mordere una mela” o pensando al gito di fiato. 

Spero di essere stato utile, a presto!

Andrea